venerdì 3 settembre 2010

FIABE L'onda Giada da terminare

L'onda Giada .
Un giorno , quando il sole brillava alto nel cielo , regalando al mare riflessi d'oro , si sollevò sull'acqua increspata una bella e giovane onda . Era vestita di frange candide come le nubi del cielo .Si guardava riflessa nell'acqua e sorrideva felice . Si sentiva bella e audace e aveva un sogno .Non voleva diventare come le sue sorelle onde . Tutte ripetevano lo stesso lavoro nello stesso luogo da anni . Lei non avrebbe potuto fare mai quel lavoro noioso e senza senso . Sognava invece di vedere il mondo , di viaggiare in lungo e in largo con l'aiuto del vento. Quando espresse il suo desiderio al padre , dall'espressione del volto si accorse che egli era dispiaciuto .Infatti il padre le disse che quel suo desiderio era difficilmente realizzabile ,tutti loro appartenevano al Mediterraneo e nessuno ne era mai uscito . Ma la giovane onda non si arrese . Attese con pazienza di raggiungere la maggiore età ,e il giorno stesso del suo 18 compleanno , andò a far visita al vento, che in quel momento stava riposando. L'onda Giada gli parlò con calore del suo sogno e lo pregò vivamente di aiutarla a farlo avverare . Anche il vento cercò di dissuaderla dal compiere una tale pericolosa avventura, ma l'onda fu inamovibile . Infine il vento cedette e le disse di trovarsi pronta l'indomani mattina perchè sarebbero partiti per l'oceano Atlantico . Giada era talmente eccitata al pensiero del grande viaggio che non riuscì a chiudere occhio ..Il mattino seguente, di buon'ora Giada salutò la famiglia e preso il suo sacco da viaggio ,corse all'appuntamento col vento .Lui era li ad attenderla .Col suo soffio gentile la sollevò e poi insieme si diressero verso lo stretto di cui aveva sentito tanto parlare . Il cuore di Giada era colmo di gioia mentre volava veloce sull'acqua :avrebbe visto Gibilterra e le Colonne d'Ercole e poi sarebbe sfociata nell'oceano Atlantico . Il padre le aveva detto che l'oceano era una distesa immensa d'acqua molto più vasta e profonda del Meditterraneo , che bagnava le coste dell'Europa , dell'america e dell'Africa e che in esso vi abitavano tante specie diverse di pesci.
Alla velocità che le aveva imposto il vento Giada si trovò ben presto davanti allo Stretto di Gibilterra .Il vento era stato costretto a rallentare la sua corsa perchè lo stretto era ampio solo tredici metri e Giada s'era fatta piccolina per poterlo attraversare senza problemi .
L'onda Giada chiese al vento di fermarsi per darle il tempo di osservare il paesaggio intorno allo stretto . Era meraviglioso , miriadi di uccelli dalle forme e colori diversi ,volavano sopra di lei. Volle anche inabissarsi nell'acqua oceanica dove riuscì a scorgere una variegata quantità di pesci .


fare ricerca pesci e uccelli in quel luogo


Glossario per i ambini
1)Si indicano con il nome di Oceano le distese di acqua più vaste, che separano e continenti .
Si distinguono pertanto convenzionalmente: l’Oceano Pacifico, l’Oceano Atlantico, l’Oceano Indiano.
2)Il termine mare indica le distese d’acqua che si insinuano tra le terre emerse e che formano dei bacini chiusi e meno profondi di quelli oceanici.)

A tu per tu con l'anima Riflessioni dopo il centering exercise 26-11-05

A tu per tu con l'anima
Riflessioni dopo il centering exercise 26-11-05

Ho appena finito di ascoltare il silva ultramind centering exercise . Sono convinta che ripetendo ogni giorno questa meditazione qualcosa cambierà . Sono convinta del mio scopo finale.Perseguo da anni un obiettivo che ha dato senso alla mia vita presente e futura .Quando iniziò la solitudine fisica nel 1994, avvertii contemporaneamente una struggente solitudine interiore , un vuoto dell'anima. .Sentimenti di frustrazione, di insoddisfazione , complessi di inferiorità , sensi di colpa flagellavano il mio essere mettendo a nudo la mia nullità .Priva di uno scopo per cui valesse la pena di vivere, ero una barca senza timone nè timoniere che andava alla deriva e passivamente si lasciava guidare dalle correnti emotive che la trascinavano ovunque e in nessun luogo allontanadola sempre più da sestessa .Un'aliena nel deserto della vita , dell'anima .
.Il complesso di inferiorità mi lacerava più di ogni altro. Sentivo di essere una nullità e non l'accettavo . Volevo essere una buona insegnante , la migliore , facevo in modo di essere sempre superpreparata in classe per guadagnare apprezzamento e stima dai ragazzi e dai colleghi . E li avevo ottenuti .
Ma si trattava solo della cornice . Il quadro invece , racchiuso nella camera oscura del profondo rappresentava il volto triste, emaciato di una donna spenta , senza vita , rughe lo solcavano profonde come ferite inguaribili .
L'anima malata aveva contaminato il corpo , che infine aveva aggredito se stesso con un'assurda malattia autoimmune . L'alibi per lasciare la scuola , per lasciare un lavoro di cui temevo di non poter essere più all'altezza, un lavoro non più gratificante , ma penoso , frustrante Non accettavo le mie lacune , la mia timidezza,l'orgoglio per mascherare una personalità immatura ( che solo oggi sappiamo essere quasi sempre frutto di traumi infantili , frustrazioni adolescenziali e lacune educative genitoriali ).
La lettura famelica di testi psicologici , la frequenza benefica di un corso di psicosintesi furono l'input che m'indussero ad esplorare l'io rinchiuso munita di una grossa torcia in grado di illuminare gli angoli più oscuri e permettermi una visione più chiara del mio essere . Volevo scoprirmi , mettermi a nudo con feroce onestà , tornare alle radici , riaprire le piaghe ancora sanguinanti ,per tentare una medicazione efficace , in grado di restituirmi integro il mio IO perduto .
Il primo obiettivo chiaro: riprendere in mano , nelle mie mani la MIA VITA . Contribuire alla maturazione della mia personalità, tentare di colmare le gravi lacune cognitive e psicologiche , per stare meglio con me stessa , con la famiglia , con i vicini , con l'umanità intera .
Dare amore ma anche riceverne .Si lo ammetto, sento l'esigenza di riceverne , mi mancano le coccole e le affettuosità che solo un compagno potrebbe darmi .Non posso nascondere al mio cuore il vuoto d'amore . .Sono sola , non ho un compagno , non ho amici .Non sono capace nemmeno di costruire relazioni di amicizia .I miei sforzi si disperdono nel nulla.
Eppure mi sono occupata della gestione della casa e della famiglia con impegno e responsabilità allevando i miei figli al meglio , mi sono impegnata seriamente per conseguire una laurea che mi ha permesso di contribuire al benessere economico della famiglia . Ho dato tanto agli altri trascurando però me stessa , la mia crescita e maturazione ( a parte la laurea , presa studiando di notte , senza partecipare attivamente ,e sotto notevole stress.) E' la consapevolezza della mia immaturità nonostante tutto che mi provoca questo senso di grave frustazione , di incompletezza . Vorrei fare qualcosa , riempire il vuoto .Ma ho difficoltà .
Sono dispersiva , terribilmente dispersiva .E' il mio carattere .Non riesco a modificarlo eppure si parla tanto della flessibilità del cervello ".Noi siamo ciò che pensiamo e se pensiamo negativo, saremo negativi ."
Provo a pensare diversamente .
Non sono una nullità , ma è un fatto che sono dispersiva . Come migliorare ? da cosa dipende la dispersività ? Mancanza di concentrazione su un unico obiettivo ?Forse .Insicurezza ? Incapacità ?Forse.
Vero è che spesso divergo dai miei obiettivi per approfondire una nuova idea , una sorta di preparazione alla scrittura, ma riflettendo più attentamente , mi rendo conto che la dispersività è dovuta anche alla mia stanchezza fisica e psicologica , alla frustrazione di una vita onerosa e priva di gratificazioni , alla mia mancanza di fiducia in me stessa alimentata da chi mi mi è stato accanto , alla mancanza di libertà , non solo da impegni casalinghi , ma anche dalle pressioni familiari . Credo che se fossi stata sola sarei riuscita a completare ciò che mi sta a cuore .Forse. P. quando doveva scrivere un libro , si rintanava nelle sue stanze per non essere disturbato oppure si allontanava da casa drasticamente dopo un litigio ( l' alibi ) per un periodo più o meno lungo dimenticando di avere una famiglia . Gestione della casa e dei figli sono sempre stati mie responsabilità e continuano ad esserlo .
No , non voglio arrendermi .

Racconti

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Senza titolo
di ines
Categoria: narrativa - Altro(sezione Mantova)
Pubblicata il 01/12/2007, redatta il 01/12/2007, ultima modifica 02/12/2007
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Nota dell'autore: tento di scrivere un racconto lungo

Un caldo pomeriggio d'autunno passeggiavo senza meta lungo la spiaggia solitaria. Fuori dalle strette e oscure prigioni di tela i piedi si si spostavano liberi e sprizzanti nella tiepida acqua cristallina
Il movimento irrequieto delle onde accompagnava i miei passi mentre una moltitudine di pensieri affollava la mia mente . Venivano , andavano , venivano , andavano senza lasciare tracce . Per allontanare quel turbinio continuo mi soffermai ad osservare il vasto lembo di spiaggia davanti a me .Poche anime vagavano non lontano. Solitarie e riservate , alcune affrettavano il passo nel superarmi , quasi temendo un' incursione nella loro agognata privacy .Una giovane coppia invece , avanzava lentamente incurante di presenze, tutta intenta a raccontarsi e a scambiarsi affettuosità . Lontano , un signore incitava il suo cane a raccogliere pezzi di legno che lanciava in mare .
Il mare . Mi fermai a fissare la vastità d'acqua. Le onde basse e lunghe si posavano docili sulla sabbia lasciando una scia grigiobianca ..Spostai lo sguardo verso l'orizzonte, sorvolai il grigio e l'azzurro per tuffarmi nell'intenso blu . Un gabbiano bianco s'involava alto verso le nuvole . Il silenzio inseguito dall'ondeggiante sciabordio rendeva irreale il paesaggio velato da una spessa coltre di sfilacciate striature vagabonde .Laggiù ,sulla linea dell'orizzonte , il sole splendeva basso sul mare pennellando di rosa le nuvole e il cielo. Meditando sulla bellezza della natura , ripresi spedita il cammino . L'improvviso ululare di un cane alle mie spalle mi fece sobbalzare . Mi voltai e subito lo scorsi .Continuava ad abbaiare disperato. Mi avvicinai ,mi vide ,mi abbaiò scodinzolando senza gioia e poi si voltò per dirigersi verso un'altura erbosa . Non so cosa mi spinse a seguirlo . Forse la sensazione che il cane volesse mostrarmi qualcosa, che stesse chiedendo aiuto . Non ci pensai due volte e mi affrettai a seguirlo per non perderlo di vista . Mi trovai ben presto in uno stretto e tortuoso sentiero nascosto tra arbusti e siepi spontanee . La prudenza mi suggeriva di non allontanarmi dalla spiaggia ma la curiosità mi spinse a continuare impavida . La povera bestiola di tanto in tanto si voltava per assicurarsi che la stessi seguendo , poi improvvisamente scomparve alla vista .Avanzai alquanto intimorita e ben presto mi trovai sull'altura che avevo intravisto dalla spiaggia .
Dinnnanzi a me una vasta pianura dolcemente ondulata . La vegetazione a tratti fitta e cespugliosa ,era interrotta da roccie di dimensioni modeste tra le quali spuntavano fili d'erba e cespugli di erica e rosmarino . La pianura sembrava deserta ma ad un'attenta ricognizione vidi a distanza una strana costruzione cubica emergente tra folti cespugli . Il cane tornato visibile ,si stava dirigendo verso quella costruzione . Lo seguii e insieme la raggiungemmo .Nascosto tra lecci e olivastri c'era un vecchio casotto che sembrava abbandonato: forse in passato era stato adibito a deposito per gli attrezzi. Vi girai intorno in cerca di una porta , invece trovai una scala a pioli , arrugginita ma ancora utilizzabile . Sembrava invitarmi a salire e naturalmente non potei resistere . Sul tetto piano ,in un angolo notai una grossa botola di ferro , ermeticamente chiusa . Impossibile aprirla Mi accingevo a scendere quando un lungo possente nitrito mi fece sobbalzare .Mi fermai , emozionata rimasi in ascolto . Amavo i cavalli ! In passato avevo cavalcato per un breve felice periodo . Guardai intorno e in lontananza . Ad un tratto un nuovo nitrito , più vicino, più possente. Ed eccolo ,lo stupendo animale , che come emerso dal mare ,galoppava spedito verso l'interno della prateria .Era uno stallone dal mantello baio, il portamento fiero, libero, senza bardature , la folta criniera nera al vento , il corpo armonioso ed agile,e continuava a galoppare in direzione del casotto .Improvvisamente ,con uno scatto fulmineo ,tagliò a sinistra verso il vicino boschetto di lecci ,scomparendo in breve dalla mia vista. Delusa ma con negli occhi lo stupore per quello splendido stallone solitario, scesi lentamente gli ultimi scalini . A pochi passi dalla scala , sulla mia destra notai tra fili d'erba fresca sbucare dei piccoli fiori di un colore viola intenso che sembravano violette .Fragili romantiche violette ,in quel luogo?! Non ebbi tempo per riflettere .Una inaspettata tempesta di pioggia e forti volate di vento mi colsero .Cercai di ripararmi coprendomi con la giacca a vento. Le violette timide ed impaurite nascondevano il capo sotto le foglie curvate dal peso delle gocce . Fortunatamente il temporale fu di breve durata .Il sole rosso tramonto tornò presto a far capolino tra le nuvole .
.Con un nuovo nitrito riapparve anche il bel cavallo baio Non più solo . Al suo fianco correva una stupenda puledra bianca. Avrei voluto seguirli con lo sguardo ma il latrato del cane che avevo perso di vista e come dimenticato durante la " contemplazione ", mi fece sussultare facendomi tornare alla realtà. Ma dov'era ? Seguii l'ululato , girai intorno al casotto e infine scorsi tra un intreccio di arbusti il cane che guaendo raspava forte la terra davanti a una porticina di ferro chiusa da un grosso lucchetto . Notai meravigliata che il lucchetto era nuovo ma non mi soffermai a riflettere ,distratta da un movimento e un guaire all'interno del casotto. I lamenti dapprima flebili si facevano sempre più forti ,si sovrapponevano numerosi e sembravano appartenere a più bestiole . Il cane ,che scoprii essere una cagnetta cercava disperatamente di entrare per nutrire i suoi piccoli . Ma come mai i cuccioli si trovavano rinchiusi in quel deposito ? Il lucchetto nuovo indicava la presenza di un essere umano .Forse l'abitacolo aveva un proprietario . Fui distolta da quei pensieri dal latrare lamentoso e insistente della cagna che mi guardava agitata ed ansimante . Cercai un bastone ,qualcosa per aiutarla.
Per fortuna il terreno , grazie alla pioggia , si era in parte ammorbidito consentendoci di terminare il lavoro in breve tempo . La cagna passò decisa di sotto e il guaito dei piccoli affamati cessò poco dopo . Intanto il sole era tramontato e incominciava a fare buio. Non potevo rimanere ancora in quel luogo .Mi accinsi a malincuore ad andarmene con il fermo proposito di tornare all'indomani per risolvere il mistero dei cagnolini rinchiusi e dell'eventuale proprietario del casotto . Tornai a casa con l'animo lieto : avevo riunito una famigliola. Domani , chissà cos'avrei scoperto!



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- 01/12/2007 11.56.05 di : Molto tenero questo scritto....complimenti e un cordiale saluto
- 02/12/2007 2.17.56 di : grazie neruda , sei gentile . Credo tu abbia notato che ho dimenticato di cancellare un mio commento tra virgole . Saluti .


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Sogno in una notte di vento autunnale
di ines
Categoria: narrativa - fantasy/fantascienza(sezione Mantova)
Pubblicata il 01/12/2007, redatta il 01/12/2007, ultima modifica 01/12/2007
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Nota dell'autore: Un sogno tra racconto breve e poesia


Assente la luna, il vento stanotte mi fa compagnia .
Silenzio umano rotto da rumori e fruscii,
che la prorompente energia solleva .

Incessante, violenta , l'eolica furia con forza scuote
le chiome imbrunite dalla pennellata scura della notte
e sibila a lungo, tra le finestre chiuse ,cercando
con rabbia d'infiltrarsi .

Poi di colpo si addolcisce,i suoni striduli si trasformano ,
diventano un canto ,una ninna nanna tenera e dolce.

Come per magia , un soffio lieve mi accarezza il volto ,
un alito caldo avvolge il mio corpo .Mi lascio cullare.
Le palpebre rilassate, lentamente si chiudono
sul sogno .

E' ancora un soffio caldo, carezzevole ,che apre
i miei occhi .
Eccolo , è li ,con le sue ali spiegate .In attesa .
Con un balzo improvviso mi avvicino,mi avvinghio forte
a lui .
Un grido accorato prorompe dalle viscere profonde
del mio essere :
" Su ,andiamo , portami via , lontano.

Oltre il mare ,oltre l'orizzonte , oltre l'infinito , oltre .

Là ,dove non esistono guerre,dove l'odio non ha nome,
dove la vita , l'amicizia , la lealtà , la giustizia
sono valori indiscussi e saldamente affermati .

Là,dove io non sarò più aliena e sarò amata
cosi come sono ,per quel che sono " .

Un sibilo acuto , ingrato ,un urlo di rabbia
mi riporta alla realtà.Lui , non è più con me .

Solo l'oscuro , pietoso silenzio della notte
avvolge la mia greve solitudine .


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- 28/12/2007 2.54.45 di : E tu cosa fai per ovviare questa tua solitudine? Come agisci per riempire di suoni il silenzio della notte, silenzio che definisci pietoso, che è impietosito da te? Esci, ci sono tanti uomini che sarebbero ben felici di stare con una donna o ragazza tanto


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Senza titolo 2
di ines
Categoria: narrativa - altro(sezione Mantova)
Pubblicata il 08/12/2007, redatta il 08/12/2007, ultima modifica 08/12/2007
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Nota dell'autore: senza titolo pagina 2

Il giorno seguente , appena libera dagli impegni di lavoro, mi diressi direttamente verso il vecchio deposito sulla radura , rinunciando alla mia solita passeggiata lungo la spiaggia . A una decina di metri dal casotto, una gradita sorpresa : la cagna scodinzolante mi veniva incontro seguita da un nugolo di cuccioli festosi . La porta del casotto era semiaperta , ma non si sentivano rumori . Mi avvicinai esitante , temevo di essere inopportuna , ma la curiosità ebbe la meglio sulla titubanza e con un saluto amichevole mi presentai . Quale fu la mia meraviglia nel vedere una donna non più giovane , i lineamenti del volto delicati e fini, seduta davanti ad un piccolo tavolo scrittoio . Nella mano curata teneva una penna . Mi rivolse lo sguardo sorpreso, ma benevolo . Un debole sorriso incurvò le sue labbra quando notò il mio imbarazzo . In effetti ero confusa e cercavo invano le parole adatte per farmi perdonare la mia intrusione . Ma la signora , con eleganza, si alzò per stringermi la mano , invitandomi a sedere sull'unica sedia dalla quale si era appena alzata . Poi accostò al tavolo una piccola panca di legno ch'era appoggiata contro la parete della stanza e vi s'accomodò con naturalezza. Mentre mi sedevo , mi guardai intorno. Una stanza pulita , quasi nuda a parte il tavolo , la sedia e un piccolo scaffale con alcuni libri . In fondo a destra c'era il lettino della cagnetta e due ciotole per l'acqua e il cibo . Mancava la luce elettrica ma sul tavolo era posato un piccolo candelabro a due braccia . Io sedevo confusa e non riuscivo a profferire parola . Stavo forse sognando ? Ma no , affatto , la signora era accanto a me . Notai l'elegante sobrietà del suo abbigliamento , senza fronzoli o gioielli , fatta eccezione per una sottile e corta catena d'oro al collo , dalla quale pendeva un ciondolo con incastonata una giada .. La signora interruppe per prima il silenzio che aleggiava nella stanza .I cuccioli satolli del latte appena poppato , dormivano raggomitolati addosso alla madre ."Comprendo il suo stupore signora , ma non tema , non mi ha affatto disturbato . Anzi le confesso che gradisco la sua piacevole ' incursione' nella mia privacy. Benvenuta nel mio rifugio /pensatoio !!!. Mi chiamo Inette" . " , "grazie, io sono Valeria " balbettai un po' esitante . Poi tutto d'un fiato ripresi " Ieri ho seguito il cane che abbaiava disperato e l'ho aiutato a scavare una cunetta perchè potesse entrare nel casotto e correre dai suoi cuccioli. Sono qui per vedere la cagnetta e la sua cucciolata e per capire perchè i piccoli fossero stati separati dalla madre . Ho temuto si trattasse di un atto di crudeltà di un banda di giovinastri che non di rado purtroppo si divertono ad infierire sui deboli e in special modo sugli animali inermi . Sono sollevata nel vedere che la bella famigliola gode delle sue cure . Amo gli animali e soffro per la sofferenza gratuita e crudele che la maggior parte degli uomini procura loro " Mi fermai di botto temendo di essermi dilungata .La signora mi rivolse uno sguardo di assenso , di condivisione e per un attimo il suo volto si colorò di tristezza . Poi riprese a parlare e mi spiegò che il giorno precedente per un evento improvviso aveva dovuto lasciare il rifugio in tutta fretta e non s'era accorta dell'assenza di Lola , che di solito si allontanava dalla cucciolata solo per pochi minuti . Mi ringraziò per aver aiutata la sua Lola a ricongiungersi ai piccoli, che avrebbero sofferto senza di lei . Poi si alzò , apri' uno sportello dello scaffale e tornò con in mano due bicchieri e del succo di frutta.. Mentre sorseggiavamo Inette mi raccontò che aveva scoperto quel deposito abbandonato per caso, un giorno che si trovava a passeggiare e a curiosare nei pressi della spiaggia . Nello stesso giorno aveva incontrato la cagnetta che sola e abbandonata le s'era fermata accanto .I suoi occhi tristi le chiedevano aiuto e affetto . Era indebolita e stremata dalla mancanza di cibo .: "Mi affezionai a lei , decisi di occuparmene e poichè non m'era possibile portarla a casa , mi venne l'idea di servirmi del deposito abbandonato per il cane e per me . Si anche per me. Avevo bisogno di un rifugio in cui isolarmi per godere della ricchezza creatriva della solitudine , per riflettere , per scrivere . Lei , Lola ,sarebbe stata la mia unica compagnia . Mi attivai subito per ottenere quanto desideravo . Trattandosi di terreno demaniale ottenni facilmente di poterlo affittare , non avendo necessità di modificarlo o ristrutturarlo . Fu sufficiente una buona pulizia e l'aggiunta di pochi mobili essenziali al mio scopo , cioè al nostro " Il suo volto s'illuminò quando disse " nostro " . Era veramente affezionata alla cagna !.
Inette smise di raccontare , guardò verso la porta e con un lungo sospiro velato di tristezza disse :" E' ora di tornare.Il buio mi richiama ai doveri quotidiani . Mi ha fatto molto piacere la sua compagnia , discreta eppur partecipe. Venga ancora a farci visita .Le parlerò del libro che sto scrivendo .Se crede possa interessarla .
La ringraziai per l ' accoglienza , per la compagnia piacevole e le assicurai che sarei tornata presto . Ci salutammo dopo aver convenuto di abolire l'uso del lei tra di noi . Andai via soddisfatta .
Avevo conosciuto una donna speciale , fine , colta , sensibile . Avevamo in comune l'amore per la cultura , la lettura , gli animali . E non era poco . Il suo volto dolce solcato da piccole rughe sulla fronte e intorno agli occhi faceva pensare ad una vita sofferta . Chissà forse il libro che stava scrivendo era autobiografico .
Si , sarei andata presto a farle visita.



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senza titolo 3
di ines
Categoria: altro - (sezione Mantova)
Pubblicata il 23/12/2007, redatta il 23/12/2007, ultima modifica 09/04/2008
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Tornai dalla signora Inette ,oops Inette ,dopo una settimana . In verità ero stata tentata di andare prima , ma il timore di essere inopportuna e invadente , mi aveva bloccata. Durante le passeggiate quotidiane sulla spiaggia Il mio pensiero andava spesso a lei .Rivedevo il bel volto in apparenza sereno , velarsi sovente di un sottile velo di malinconia che le evidenziava alcune rughe profonde come ferite . Ferite dell'anima . Desideravo approfondire la conoscenza di quella donna gentile ,aperta , sensibile , cosi quel giorno mi diressi con gioia verso il suo " rifugio ". Mi fermai un attimo davanti alla porta , che era socchiusa , feci un respiro profondo e poi timidamente bussai . Lola lasciò per un attimo i piccoli che stava nutrendo e mi venne incontro scodinzolando felice per ricevere le mie carezze . Inette , senza alcuna esitazione m'invitò ad entrare e io fui sollevata nel vedere il suo viso illuminarsi di gioia. Un impulso spontaneo ci spinse ad abbracciarci , come se ci conoscessimo da tempo . Poi Inette mi fece cenno di sedermi , e rivolgendo lo sguardo sorridente verso la cucciolata mi fece notare che i piccoli stavano crescendo a vista d'occhio . Erano 5 , tre assomigliavano alla madre , due avevano il colore del manto nero e ricciuto. Tutti erano molto vispi e giravano felici per la stanza , sotto l'occhio vigile di Lola . Guai ad allontanarsi , lei era pronta a prenderli in bocca per riportarli nella cuccia . Inette ed io sorridemmo intenerite . Sul tavolo erano pronte due tazze di tè verde e un piattino con biscotti . Mentre sorseggiavamo l'ottima bevanda accennai al libro che stava scrivendo . Inette prese il manoscritto che al mio arrivo aveva poggiato sulla panca . Mi disse che era incompleto , mancava la parte finale . Mi confessò che non riusciva ad andare oltre , scriveva qualcosa di getto ma subito dopo strappava la pagina . Come se qualcosa le impedisse di mettere la parola fine a quel racconto , Il racconto della sua vita .
Mi confidò che a casa aveva mantenuto il segreto sul "rifugio " : le sue assenze rientravano nella routine delle passeggiate quotidiane , salutari per il suo equilibrio psicofisico minato da una malattia auto immune e dalla sofferenza per una penosa situazione familiare .Il rifugio , mi spiegò , e l'affetto di Lola avevano dato un po' di colore e di speranza alla sua vita . La solitudine le aveva restituita la libertà che le era stata tolta in giovane età , le aveva permesso di ritrovare se stessa , riscoprire i suoi desideri , i sogni di gioventù , l'amore per la lettura e la scrittura ,le aveva permesso di fermarsi a riflettere sulla sua vita passata e presente . Sugli errori , le sofferenze subite e provocate , sul suo carattere impulsivo , sugli effetti deleteri delle scelte sbagliate . " Ecco cosa avrei letto nel suo racconto .
Il volto di Inette nascondeva a malapena le emozioni che il ricordo suscitava , ma i suoi occhi dolci e sofferenti non potevano negarle .
Mi sentii coinvolta . Cercai di stornarla dai tristi pensieri ,riportando il discorso sul rifugio , sulla fortuna che le era capitata di poter disporre di un angolo tutto per sè lontano da occhi indiscreti e giudicatori.Anche a me avrebbe fatto piacere . Invece dovevo accontentarmi del computer . Avevo creato un sito segreto tutto per me , una specie di diario e di pensatoio dove , nei momenti di solitudine fisica , mettevo per iscritto i miei pensieri , le riflessioni , le delusioni , le sofferenze , qualche speranza .Era un rifugio , un po' come il suo , ma all'interno della mia camera . Inette mi guardò abbozzando un mesto sorriso . Intanto il sole stava calando lentamente .Lola aveva accompagnato i suoi piccoli per una ricognizione educativa dell'ambiente esterno , ma li avrebbe presto ricondotti nella loro cuccia . Per me era ora di andare . Le dissi che avremmo letto insieme le pagine del suo racconto , alternandoci , quando lei si fosse sentita veramente pronta . Le manifestai gratitudine per la fiducia che riponeva in una persona appena conosciuta , quale ero io , ma osservai che forse sarebbe stato bene aspettare di conoscerci più in profondità.
Inette mi confidò che le avevo ispirato simpatia fin dal primo incontro , una sensazione che percepiva a pelle . Era sicura di essere nel giusto. La ringraziai e le assicurai che sarei tornata la settimana successiva . Prima di salutarci ci scambiammo il numero di cellulare . Tornando a casa non potei fare a meno di pensare a Inette . Era una creatura deliziosa , la mia prima impressione era più che confermata .Ma ero cauta . Troppe volte la vita e le amicizie mi avevano delusa.!

Non mi feci aspettare molto per tornare a farle visita . Indubbiamente !nette mi aveva coinvolta . Le avevo telefonato il giorno precedente per avvertirla della mia visita . Lei era li ad attendermi . Una luce illuminava il suo volto . Intuivo che per lei ero una presenza amica , forse l'unica .
Sul tavolo era già pronto il te' con un vassoio di biscotti che aveva fatti con le sue mani , per me . Erano talmente invitanti che non riuscii a trattenermi dal prenderne uno .. Lei sorrise divertita " Golosona , ho capito subito che ami i dolci fatti in casa "ed io di rimando :"non solo i dolci " Purtroppo oggi , si va sempre di fretta , il tempo sembra correrci dietro e si finisce per comprare surgelati o cibi pronti . Mmmm che buono questo biscotto , è delizioso . Devi essere un'ottima cuoca " Inette si schermì dicendo: " non esagerare, me la cavo si , ma niente di più." Poi prese il manoscritto alla destra del tavolo . L'aprì alla prima pagina , ma prima di iniziare mi chiese con un sorriso se me la sentivo di sorbirmi qualche capitolo di lettura del racconto . Mi pregò di non risparmiarle osservazioni , chiarimenti , critiche e di esporre in modo obiettivo la mia opinione . Mi sentii a disagio , mi aveva investita di una responsabilità che non mi competeva , non sono un critico . Lei mi rassicurò :" Parlami come faresti con un'amica , nient'altro . Sei una persona colta, hai molto letto e inoltre anche tu ami scrivere . Sei stata una proff. , hai valutato gli scritti dei tuoi alunni di liceo . Sei la persona giusta per me ". Mi arresi ma sorridendo le dissi : " ok ,te la sei voluta , sono pronta ".

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- 25/12/2007 13.52.01 di : La signora Inette è una proiezione dell'autrice? In certe cose, la cautela non serve, ci si getta a capofitto senza pretendere. L'unico accorgimento necessario è il saper morire, per poter rivivere - Come un ciclo che non avrà mai fine...come le stagioni.
- 06/01/2008 17.28.59 di : grazie le mat per avermi letto . ma vale la pena continuare ?


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senza titolo 4
di ines
Categoria: altro - (sezione Mantova)
Pubblicata il 26/12/2007, redatta il 25/12/2007, ultima modifica 19/08/2008
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Schegge di memoria trafiggono la mente riportando immagini e ricordi sofferti dalla camera oscura dell'inconscio . Brevi , intensi fasci di luce illuminano profonde cicatrici di vita. Le ferite come scrigni preziosi racchiudono gelosamente remote traccie di un'infanzia e adolescenza dimenticata , stipate nell'angolo più nascosto e oscuro della rimozione e gelosamente custodite si che la memoria inflessibile indagatrice non le riporti a galla rinverdendo momenti , episodi , angosce, timori , abbandoni .Una corrente impietosa di emozioni profondamente dolorose . Negativi di immagini di un'infanzia infelice segnata nell'anima dal trauma dell'abbandono materno a soli tre mesi dalla nascita .

Nasco nel capoluogo della Libia,a quel tempo colonia italiana , l'anno infausto che diede l'avvio all 'evento bellico più cruento , più criminale , più disumano della storia dell'umanità , infliggendo ferite indelebili nel corpo e nell'animo dei popoli che lo subirono .
Ma nel mio caso non fu quell'evento, pur cosi tragico ,a ferire il mio animo , bensì l'abbandono involontario di mia madre quando fu colpita da una malattia allora considerata letale .
I-miei genitori italiani risiedevano a Bengasi dal 1935.La famiglia di mia madre era emigrata per motivi di lavoro , mentre mio padre militare di professione , vi era stato trasferito dal comando italiano .
Poichè non ricordo nulla della mia prima infanzia chiedo a mio zio Erminio di raccontare
i suoi ricordi.
"Sei stata portata in Italia da tuo padre su un aereo militare . La dichiarazione di guerra alla Polonia da parte della Germania di Hitler ,aveva seminato angoscia e preoccupazione anche in Africa settentrionale dove gli italiani avevano conquistato Bengasi e dove tuo padre era sottufficiale dell'esercito . Il comandante italiano del luogo saggiamente consigliò i soldati che avevano famiglia , di riportare i bambini in Italia , dove sarebbero stati più al sicuro . Purtroppo tua madre si era ammalata di tifo e giaceva in ospedale tra la vita e la morte . I primi di gennaio tuo padre ,a bordo di un aereo militare ti riportò in Italia e ti affidò ai suoi genitori . Avevi a quell'epoca poco più di 3 mesi . Mamma Adele , la tua nonna , si mise subito alla ricerca di una balia per te . Non fu facile , di balie ce n'erano tante ma tu le rifiutavi tutte , rifiutavi il latte del loro seno perchè non riconoscevi la tua mamma .Quando ormai disperavano di farcela , grazie ad una semplice strategia ( per i curiosi:mi bendarono gli occhi e cosparsero il seno della donna con il borotalco usato dalla tua mamma )riuscirono nel loro intento e tu finalmente ti attaccasti al seno della balia . "

Intanto i primi ricordi riaffiorano nella mia mente :
"A quel tempo I nonni abitavano nel palazzo dei L. signorotti del paese , un enorme caseggiato al quale si accedeva attraverso un ampio portone di legno massiccio , che dava in un cortile , al cui centro era piantato un melograno pieno di fiori rosso vermiglio, che tanta importanza aveva per noi bimbi . Ricordo che i fiori del melograno una volta seccati lasciavano cadere sul selciato una sorta di pipetta ( cosi la chiamavamo )che noi usavamo per giocare .In fondo al cortile a destra una lunga scala in pietra conduceva alle stanze situate ad al piano superiore, alcune delle quali erano occupate dai nonni e da mia madre .I nonni inoltre disponevano di una enorme stanza al piano terreno che chiamavono "o vascio " adibito a cucina e sala da pranzo .A destra del portone ,dopo l'atrio ,quasi nascoste , partivano le scale che conducevano all'appartamento dei proprietari .

Grazie alla penicellina , un antibiotico scoperto da A. fleming nel 1928 e in via di sperimentazione all'inizio della seconda guerra mondiale , mia madre si salvò e appena ristabilita s'imbarcò per Napoli , per ricongiungersi alla sua piccola .

Mio zio riprende il racconto per aggiungere dettagli a me sconosciuti. " Fui io ad accompagnare tua madre dalla balia che ti allattava e accudiva . Lei, quando ti vide , stentò a riconoscerti perchè eri molto dimagrita . Ti strinse forte tra le braccia e con le lacrime agli occhi disse che non ti avrebbe mai più abbandonata e che avrebbe vegliato su di te ,sempre . Purtroppo non potendo allattarti lei stessa , dovette lasciarti alla balia fino all'età di 10 mesi. Tutti i giorni però si recava a farti visita per assicurarsi che fossi accudita nel migliore dei modi pretendendo dalla balia la più rigorosa pulizia della sua persona ,della casa , e di te . Il latte della donna doveva essere ottimo perchè in poco tempo con grande gioia di tua madre ,ritornasti la bimba paffutella che lei ricordava"

Mio zio termina il racconto con un sorriso e lascia libero sfogo ai miei ricordi .

Nonno Michele e nonna Adele possedevono un lotto di terreno che la nonna coltivava con amore e sacrificio e che negli anni della guerra si era rivelato estremamente utile alla nostra sopravvivenza .Nonna coltivava ortaggi verdure e frutta . Ricordo ancora le lunghe file di granturco e di pomodori tra le quali mi divertivo a nascondermi agli occhi della nonna che poverina si preoccupava quando non riceveva risposta ai suoi ripetuti richiami . Dovevo avere 6/7anni. A volte mamma era con noi ,o zio Ortensio , uno dei fratelli minori di mio padre , il quale era il primo di ben 11 tra fratelli e sorelle
Alcune immagini del periodo della guerra sono ancora vive e chiare nella mia mente. A volte mi sembra di viverle come in un sogno . Io con la mamma che mi tiene stretta forte la mano, mentre sostiamo sotto l'immenso portone del palazzo L. intente a guardare un edificio appena distrutto da una bomba sganciata dagli americani .
Per colpire i tedeschi venivano uccisi anche tanti civili inermi e innocenti !
Il palazzo colpito apparteneva ad una famiglia che conoscevo .Non ricordo se morirono tutti quel giorno , quel mese , quel maledetto 1943. Avevo poco più di 3 anni e certamente non mi rendevo conto della gravità della situazione .
A poca distanza dal palazzo crollato si apriva una stradina chiusa che portava all'abitazione della prozia Teresa , sorella "zitella "della nonna . Una piccola donna dolce e generosa che aveva dedicato interamente ai genitori la sua vita e che si guadagnava da vivere commerciando in stoffe .Alla loro morte zia Teresa era andata a vivere da sola in quell'unica grande stanza alla quale si accedeva tramite una lunga scala di pietra che conduceva ad un terrazzino coperto . All'interno ,in fondo alla camera , si ergeva un alto lettone di ferro ,ad un metro da una luminosa finestra che dava su un giardino privato pieno di alberi rigogliosi di frutta.. Di fronte al letto un cassettone che conteneva la sua biancheria , poi ad un lato della porta un tavolo rettangolare e un paio di sedie . Per preparare i suoi semplici ma saporiti piatti aveva fatto costruire un modesto angolo cottura sul terrazzino coperto.. Non si era mai sposata .So che era affezionata a me , come io lo ero a lei e spesso rimanevo a dormire nel suo lettone . Mi piaceva ascoltare il racconto della sua vita Purtroppo ora non mi sovviene nessuna delle sue esperienze di vita .Ricordo che frequentava spesso le sue sorelle , nonna adele , e la prozia Assunta .Quest'ultima era sposata a zio Giovanni , un conducente di carrozzella a volteper farmi piacere mi lasciava salire sulla carrozzella . Io ero al settimo cielo quando mi portava con sè . Potevo guardare dall'alto tutti coloro che incontravo e mi sentivo una signora . Una gran signora .

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La mia nipotina Giada a 4 anni - riflessioni
di ines
Categoria: altro - (sezione Mantova)
Pubblicata il 06/01/2008, redatta il 06/01/2008, ultima modifica 06/01/2008
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Incredibile ma vero !!! Ho dormito per 10 ore dopo diverse notti insonni .
Giada è andata con i genitori ieri pomeriggio , ma sarà di nuovo qui tra qualche ora . Sono felice di averla con me , anche se mi fa stancare . Soprattutto gioisco nel vederla felice . Non fa capricci , forse di sera ,un po' .Infaticabile e piena di energie vuole continuare a giocare con me mentre io andrei volentieri a dormire .
Ma come rifiutare un suo desiderio '!!! Non ci vediamo spesso, abitando distanti 40 km l'una dall'altra . E' una creatura deliziosa. Raramente accenna al pianto , non lo usa come arma, almeno con me(ma lo fa con la mamma che sente più debole ). Sa che mi preoccupo solo se sono convinta si tratti di reali problemi . E' in gamba , come tutti i bambini di oggi e di ieri . Siamo noi genitori e nonni che spesso non li comprendiamo perchè distratti dal ritmo stressante della vita . Quanta ricchezza in queste novelle vite ,quanta spontaneità , ma anche tanta furbizia , figlia dell'egocentrismo , che è istinto di vita . A Giada piace la mia casa , il giardino , ha tanto spazio per muoversi , e poi ci sono i gatti , che lei si diverte a rincorrere mentre loro ,al solo suo apparire scappano via in tutte le direzioni per evitare le sue piccole incoscienti torture .
Un gatto in particolare , Sunny , docile e tenero si lascia coccolare da lei e per questo motivo Giada lo considera suo amichetto perchè .. persino quando lo tortura non si ribella , ma lancia un miagolio per richiamare la mia attenzione .
In Giada si alternano il gioco e il lavoro ,lavoro vissuto anch'esso come gioco .
Se mi vede armeggiare in cucina , mi chiede di aiutarla , ama soprattutto adoperare il mocho per lavare il pavimento , oppure lavare qualche piccolo indumento . E' il sogno di molti bimbi affaccendarsi con l'acqua , spruzzare , bagnarsi . Ama molto il mare , passeggiare sulla spiaggia e fare disegnini sulla sabbia insieme a me , raccogliere conchiglie che porta a casa , ma che poi dimentica regolarmente di portare via con se', ma soprattutto ama nuotare , sguazzare in acqua per ore , calpestare con gioia quasi sadica i castelli costruiti da me , neanche il tempo di guardare il mio capolavoro di sabbia ... Si confesso, i miei castelli di sabbia . E in fondo inconsapevolmente ha ragione . Quelli sono sogni e alla mia età non si dovrebbe sognare . Ma è lei che mi dà questa carica energetica , che mi fa riscoprire, ritrovare la fanciullina che i molteplici affanni di una vita tortuosa mi hanno fatto smarrire .
Adoro questa bimba .Adoro tutto di lei : il modo di muoversi , di esprimersi , le sue bellissime e ingenue battute che mi inteneriscono , le piccole acute e spiritose arguzie , le continue domande che spesso mi mettono a disagio per la profondità del concetto in esse contenute : Domande che implicano conoscenze scientifiche , tecniche , persino psicologiche . Adoro la sua meravigliosa infaticabile vitalità , la risata aperta e squillante dei momenti di gioia , il sorriso malizioso con cui cerca di conquistarmi per ottenere un premio , il pianto sincero e quello strategico ,le graziose moine , molto femminili , il modo di guardarsi allo specchio con approvazione , il suo sguardo dispiaciuto quando combina qualche biricchinata , il modo di chiedere scusa , di abbracciarmi con calore , con gli occhi che splendono di gioia . Il mio cuore si riscalda , e si gonfia d'amore per lei .. Non smetterei mai di scrivere di questa stupenda, dolcissima , affettuosa nipotina che amo intensamente e che sa gratificarmi con la sua amorevole tenerezza di bimba .



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- 07/01/2008 1.08.09 di : E' meraviglioso quello che i bimbi riescono a fare, ed è bello vedere il mondo attraverso i loro occhi...occhi limpidi e puri.Ti abbraccio, ti ho mandato il mio indirizzo del mess...a presto.


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Alla scoperta della mia essenza
di ines
Categoria: altro - (sezione Mantova)
Pubblicata il 05/02/2008, redatta il 05/02/2008, ultima modifica 16/02/2008
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Ho cominciato a leggere : "Lo sviluppo transpersonale " di Roberto Assagioli. Un libro che mi era stato proposto anni addietro ma che avevo rifiutato di leggere .Mi sono subito resa conto del diverso modo di approccio alla lettura . Non si tratta di dovere o piacere , ma di impellente esigenza interiore .. Come se mi sentissi pronta ad affrontare il viaggio di lettura su un mondo che anni fa sentivo lontanissimo da me .Il transpersonale , l'andare oltre il personale ,oltre la materialità del mio mondo terreno nel quale a quel tempo non mi trovavo a mio agio pur essendone fermamente radicata .
Vittima delle mie interne contraddizioni ,mi sentivo impreparata e inadeguata a iniziare un percorso cosi alto come quello transpersonale . L'accettazione implicava la consapevolezza di un'esigenza ch'era in me , ma che rifiutavo per timore di non essere all'altezza del compito . No , non ero pronta , non mi sentivo matura , mi mancavano serenità, equilibrio , forza. Sentivo di non aver completato e acquisito la necessaria preparazione per intraprendere un viaggio tanto impegnativo . Ero ancora piena di contraddizioni , di dubbi , succube di fantasmi del passato e del presente . Sentivo l'esigenza impellente di tornare nei bassifondi bui dell'infanzia e dell'adolescenza , della lunga vita di coppia ,passata e presente ma senza futuro. Per comprendere gli errori , le sofferenze subite e provocate , per accettare, per perdonare e perdonarmi..Mi era sembrata una strada impercorribile per me che avevo ancora il corpo flagellato dalla rabbia per le ingiustizie subite e martoriato dal dolore , per le scelte sbagliate , per gli errori commessi . Errori dettati dalla mancanza di riflessività , di consapevolezza e l' incapacità di gestire gli impulsi emotivi della mia immatura personalità. E' stato doloroso, lacerante scoprirlo ,e ancor più ammetterlo .! Sentivo le forze venir meno , avrei voluto fuggire lontano dalle ombre del passato che m'inseguivano implacabili come giudici. Ma non l'ho fatto , consapevole che la fuga non avrebbe risolto , che non non me ne sarai mai liberata .Allora le ho affrontate con coraggio , con onestà, le ho accettate , mentre dentro,mi sentivo morire e le pagine si bagnavano di dolore . La mia nullità celata per anni sotto la maschera dell'orgoglio e della timidezza si era rivelata in piena luce . I miei improvvisi accessi d'ira , di rabbia cocente e distruttiva contro i sorprusi della persona che ritenevo l'unica responsabile della mia infelicità, mi apparvero all'improvviso come gl'isterismi incoerenti e insensati di una mente insana che annaspava nel tentativo di nascondere la propria inettitudine .
Mi ero lasciata guidare , plagiare , dirigere dal marito professore permettendogli di usare la testa al posto mio , per incapacità , per timore di rappresaglie psicologiche , morali e fisiche .
No , non potevo addossargli interamente le colpe . Io avevo contribuito in gran parte , oltre il 50% alla mia rovina .
Quell'autorivelazione apportò un brusco cambiamento .
Alla rabbia pungente subentrò un dolore sordo , piatto ,che gradualmente si trasformò solificandosi in una sorta di depressione apatica costretta nelle spire di un dilagante senso d'inferiorità alimentato dal patriarcalismo di chi m'era accanto . La prospettiva prefigurava un futuro di nullità, di accettazione dei limiti autodefiniti per la morbosità del mio carattere .
Che altro avrei potuto sperare alla tenera età di 53 anni ?Quale futuro avrei potuto prospettare se non quello di una insipiente vecchiaia che già presagivo nella pelle e nell'anima? Una vecchiaia di bruttezza e di inettitudine .. Una morte che era uno scomparire nel nulla .
Dimenticata persino dai propri figli ai quali non avrei lasciato segno di stima .

A quelle sanguinanti riflessioni era esploso il mio cuore in un grido straziante .. Un No , forte , deciso , urlato , che non ammetteva compromessi , ripensamenti .
Il suicidio forse ? La morte ignuda nella fossa e la sua nullità?
Nooooooo
Amavo e amo la vita ,radiosa all'alba, e l'arpeggio gioioso dei passeri ,il sorgere del sole e il suo dono di luce e calore,il verde degli alberi che ossigena la mente e il cuore .

No,un impulso di ribellione mi chiuse la mani a pugno . No . Mi sarei ribellata .Ai miei limiti avrei opposto il mio impegno e la mia ferrea volontà. Avrei cercato di riappropriarmi del tempo sprecato . La solitudine ,mia compagna di studi , m'avrebbe arricchita regalandomi il tempo necessario alla mia formazione e autorealizzazione ..

Fu cosi che decisi di tentare la via della " redenzione ", della trasformazione
La solitudine mi fece dono di gran parte del tempo perduto , mi aiutò a riflettere , ad entrare negli abissi dell'anima , a capire e vedere i primi spiragli di luce là dove imperava l'oscurità .
Incominciai a leggere , a divorare libri con avidità mai sazia , fino a dimenticare la salute e le esigenze corporali . Tanta era la magia che coglievo nei libri !.
Mi accorsi in tempo dell'errore , ma ormai avevo acquisito una malattia irreversibile che ancor oggi mi affligge .

Non mi sono persa d'animo . Ho continuato , con calma e moderazione il mio tortuoso cammino . Ed ecco , dopo anni mi sento pronta ad affrontare consapevolmente la lettura del libro di Assagioli. Ho le lacrime agli occhi , ma questa volta finalmente è la gioia a bagnarmi il volto.
Non so dove mi porterà la lettura , proprio non lo so , ma non me ne do pena . Ciò che conta ora per me , è questo fermento interiore , questo anelito sempre affamato che mi spinge a continuare con serenità , equilibrio ,speranza ,un cammino che durerà fino alla morte ...




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- 17/02/2008 12.31.05 di : Stò rileggendo i testi meno nuovi e commentando quelli che mi piacciono con queste scosse++++++ (indicanti il piacere di esse nell’intensità). Ottima. www.filippopio.com

I due diplomi racconto breve

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I due diplomi
di ines
Categoria: altro - (sezione Mantova)
Pubblicata il 26/11/2006, redatta il , ultima modifica 02/10/2007
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La signora Biondi ?? Buongiorno . Mi manda il prof. Parenti" .
" Si , ricordo , è qui per ritirare i due diplomi di laurea . Provvedo subito " .
Fredda cortesia professionale in un volto serio ,senza espressione . Si dirige verso una scrivania zeppa di scartoffie . Con grande efficienza sbriga le pratiche burocratiche e dopo pochi minuti mi porge i certificati senza profferire parola .
La ringrazio abbozzando un timido sorriso e vado via sollevata .
" Però ,che potere questo prof! Chissà che fila avrei dovuto fare senza la sua mediazione !"
Nessuna meraviglia ! Questa è l’Italia , l’Italia della tangenti,delle bustarelle ,
delle conoscenze importanti ,
Chi sei ? Il mio nome è ininfluente , un puro suono , vuoto di valore . Le parentele altolocate , le amicizie importanti ,i nomi altosonanti , quelli si,che contano .Io non sono nulla per me stessa .
Sarebbe il caso di abiurare il nome lasciando soltanto una sigla a ricordo di quel pizzico d’individualità che rimane nascosto in noi , in me.
Sono amica di , figlia di , moglie di .Che amarezza !
Maschere , maschere , attori che calcano il palcoscenico del mondo.
Quanto è ancora attuale Pirandello !
Con i due pezzi di carta in mano , copie di originali smarriti , mi dirigo velocemente verso la stazione metropolitana .Devo correre a scuola . I miei studenti mi aspettano . Il pensiero va ai due cartoncini arrotolati nella mano .Sono leggeri , eppur mi pesano .Due mattoni grevi di carta , otto lunghi anni della mia vita . Anni di duri sacrifici , di studio notturno , di pesante lavoro in casa , la famiglia , il marito , prima un figlio poi l’altro , nessuna evasione mi è permessa,pur di ottenere l’indipendenza economica ,l’emancipazione dal marito ,pur di ritrovare l’identità perduta in anni di vita vicaria .
Moglie di , madre di, amica di mai Io, Io , Io .
Come pesano ! Le sofferenze , i sacrifici , le umiliazioni , gli affanni di lunghi penosi anni sono in questi pezzi di carta , che amo e odio con uguale intensità .
A scuola , sola , in attesa dell’inizio della lezione, un pianto irrefrenabile, liberatorio , unico consapevole compagno delle mie sensazioni ,lava via la vergogna sofferta dell’annosa inettitudine lasciando filtrare uno spiraglio di luce ,di speranza .

Ecco , l’indipendenza economica agognata ,l’emancipazione, l’io ritrovato .
Allora cos’è questo smarrimento , quest’incertezza, quest’insoddisfazione ?
L’io ritrovato ? Non lo riconosco . Non m'appartiene .
Dove'è la fanciulla che sognava l'amore , la condivisione, le gioie di una famiglia unita ?
I sogni ancora costretti nello scrigno buio dell'animo attendono invano uno spiraglio .

Un’anima senza volto, smarrita depone i due diplomi nel cassetto .
Chi sono io.?Non ho risposte .
"Prof, che fa ? La stiamo aspettando . Ha portato i compiti ?." Un sussulto. Asciugo furtivamente le lacrime ferme sulle guancie , abbozzo un sorriso
" Ecco ragazzi , arrivo , arrivo".
Ma si : Ora vedo . Una strada da percorrere, lunga ,tortuosa e buia ,una strada a ritroso alla ricerca dello scrigno smarrito.
Riprendersi i sogni , volare,.ricominciare a vivere . Chissà..

Sul senso della vita .Lettera ad un amico virtuale e recensione

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Sul senso della vita .Lettera ad un amico virtuale
di ines
Categoria: epistolare - Lettera(sezione Mantova)
Pubblicata il 18/05/2006, redatta il 26/05/2005, ultima modifica 18/05/2006
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Non sei solo amico !!! Infatti condivido interamente il tuo pensiero sul senso della vita ed è con vero piacere che mi accingo a discuterne con te . Non credo nella perfezione , che ritengo non esistere in natura, nell'universo , su questa terra , ma credo fermamente nella perfettibilità , nel senso che, finchè siamo in vita , abbiamo possibilità di migliorare . Credo fermamente nell'educazione permanente dell'essere umano e quando mi capita di leggere o sentire alla RAI che un anziano 70 enne è riuscito a conseguire una laurea in medicina ,io sento avvalorata la mia fede e mi sento stimolata a continuare la mia ricerca .Più volte in passato mi sono posta domande sul senso della vita in genere e della mia vita in particolare , ma fino ad una decina di anni fa , le domande rimanevano senza risposte . Leggevo , riflettevo, cercavo ( nel poco tempo libero che mi concedevano la famiglia e il lavoro ) di colmare il vuoto profondo che mi rendeva perennemente insoddisfatta ;finchè un giorno, mossa da un impulso irrefrenabile , lasciai la scuola per un anno. Sentivo la necessità di avere più tempo a mia disposizione . Cominciai cosi a tuffarmi con zelo nella lettura di saggi attinenti le scienze umane , leggevo come una forsennata , senza sosta annotavo , sottolineavo , scrivevo le mie impressioni . Durante questa fase di " autoformazione spirituale " venni a conoscenza della possibilità di frequentare un corso di psicosintesi . Mi documentai, e subito avvertii con un brivido di piacere ,che rispondeva in toto alle mie esigenze del momento .Cosi m'iscrissi e mentre leggevo il libro di Assaggioli, mi resi conto di avere finalmente la risposta , di aver finalmente raggiunto la consapevolezza del senso della mia vita . Sono nata per uno scopo ben preciso :Il miglioramento graduale ma continuo della mia personalità , del mio io , del mio essere . Nonostante fossi una persona apprezzata e stimata nel lavoro , soffrivo di una insoddisfazione lacerante che mi riduceva sovente ad uno stato di profonda apatia depressiva , rendendomi estremamente pesante , faticoso e insopportabile un lavoro che pure avevo scelto per passione . Durante il corso di psicosintesi , grazie ai continui e talora sofferti esercizi di autoanalisi , mi resi conto con amarezza dei miei numerosi difetti , che oltre a rendere infelici le persone a me care , contribuivano in modo preponderante alla mia infelicità : l'orgoglio , la timidezza , l'aggressività , l'impulsività ,la paura ,la suscettibilità , la mancanza di umiltà e tanti altri ancora .. Man mano che divenivo consapevole , mi ripetevo " Riconosco di avere una personalità piena di ombre ma so pure di avere la capacità di migliorare . Se lo voglio ". Ed io lo volevo.... Eccome . Con tutte le mie forze . Certo il cammino è tortuoso , difficile , come scalare una ripida montagna ; non si corre , si procede a piccoli ed incerti passi .E' necessaria tanta pazienza ed una ferrea volontà. Ma quando faticosamente raggiungi un punto più alto, ti fermi e guardi in basso , vedi ciò che eri prima e ciò che sei in quel momento .... In quel momento senti di avere le ali ,di essere leggera come una farfalla e pronta a procedere con lena ed entusiasmo . Ricordi" la selva oscura di Dante "? Anche il suo cammino era difficile , tortuoso , ma egli continuava imperterrito , nonostante le difficoltà , perchè ogni superamento di ostacoli costituiva per il grande poeta una fonte di gioia e l'avvicinamento verso la "perfezione" . No , non amo la parola perfezione , preferisco scrivere di perfettibilità . La perfezione , come già asserito in precedenza ,non credo che esista , non in questo mondo , ma sicuramente esiste in noi , nella nostra mente , l'idea e il desiderio di un miglioramento della persona , fino al punto in cui ci si" Sente Bene" , in armonia, con noi stessi e con gli altri . Io sono una laica agnostica , ma credimi se affermo che la mia religione è dentro di me ,è il mio io , il mio centro , il mio equilibrio che non è mai per sempre , ma che sempre perseguo , la mia coscienza che spasmodicamente anela raggiungere vette sempre più alte . Un cammino il mio che terminerà con la morte .
Un caro saluto e un grazie per le tue stimolanti riflessioni.





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- 20/05/2006 di : Cara Ines,ho letto con attenzione le tue riflessioni a riguardo del senso della vita.In parte condivido il tuo pensiero,ma sul concetto di perfettibilità o perfezione ,dissento,perchè l'uomo è un essere imperfetto .La perfezione è solamente di Dio. Comunq
- 21/05/2006 di : Grazie cara Dory , il tuo interesse mi gratifica e mi fa sentire meno sola . Vorrei precisare che quando scrivo di perfettibilità intendo soltanto la tensione , l'anelito verso la perfezione e la reale possibilità di migliorare pur senza mai


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UNA DONNA di Sibilla Aleramo
di ines
Categoria: recensione - letteratura(sezione Mantova)
Pubblicata il 19/05/2006, redatta il 20/03/06, ultima modifica 19/05/2006
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A cento anni dalla sua pubblicazione , il romanzo " Una donna" di Sibilla Aleramo rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per
tutte le donne attivamente impegnate nella battaglia per la
parità dei diritti ;in quanto documento di vita reale e denuncia della degradante condizione sociale e morale delle donne nel periodo a cavallo
tra fine ottocento e primo novecento .
Il racconto autobiografico narra in prima persona le vicende della
protagonista -scrittrice : il ricordo della sua adolescenza libera
e "gagliarda ", trascorsa in adorazione del padre , un uomo di
cultura dalla forte e affascinante personalità,del non rapporto con la madre soggetta a frequenti crisi depressive , del trasferimento
della famiglia in un paesino della provincia marchigiana , del
suo lavoro nella fabbrica del padre ancora giovanissima ,
della violenza sessuale subita da un impiegato d'ufficio che
lavorava con lei , del matrimonio con lo stesso a 16 anni ,
della nascita del figlio, delle angherie e abusi subiti dal
marito fino alla separazione e alla dolorosa rinuncia del figlio,
che amava immensamente .
Colpisce profondamente e coinvolge la narrazione
autoanalitica fedele , a volte anche crudele e spietata del
suo "risveglio" .La consapevolezza della sua essenza di
donna, del desiderio impellente di affrancamento dal
"sistema " che dopo lunghe e sofferte riflessioni la spinge
ad abbandonare il figlio per sfuggire alla tirannia del marito e
seguire la sua strada . Un percorso doloroso durante il
quale la sua vicenda si trasforma , si allarga , supera i
confini personali e individualistici per aprirsi alla comprensione
della condizione sociale delle donne e dei lavoratori del suo
tempo . Un romanzo coraggioso narrato in uno stile lucido ,
chiaro , ove le parole scorrono fluide e sincere .
Una donna coraggiosa , che dopo l'abbandono del figlio adorato si
dedicherà con fervore alla causa delle donne e di tutti gli
umili e gli oppressi . Il libro è inoltre un messaggio
d'amore al figlio perchè la comprenda e non la dimentichi , e
un invito alle donne a risvegliarsi , a ritrovare
la loro identità femminile affrancandosi dalle tenaglie del " sistema ", che da sempre le defrauda dei loro diritti .
Ne consiglio vivamente la lettura per la tematica ancora
attuale e moderna:Un viaggio nel profondo dell'animo
femminile per comprendersi e comprendere .


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- 20/05/2006 di : Una recenzione ben scritta,alla grande Sibilla Aleramo nel suo romanzo "Una donna"storia sempre attuale.Donna costretta a lasciare la famiglia ,per angheria del marito. e abbandonerà ll figlio.( per in non diritti della patria podestà).Lei ,poi si occuper
- 21/03/2008 19.37.05 di : ottimo commento a questa scrittrice che tanto ci ha dato

Il mare verticale di Giorgio Saviane recensione e racconto

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Il mare verticale di Giorgio Saviane
di ines
Categoria: recensione - letteratura(sezione Mantova)
Pubblicata il 13/04/2006, redatta il 20/3/, ultima modifica 13/04/2006
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Un libro sconvolgente ed avvincente , che si legge tutto d'un fiato malgrado la non facile interpretazione psicoanalitica .
"Il mare verticale " avvince per il contenuto originale (antropologico )del racconto,un viaggio visionario a ritroso nel tempo , alle radici primordiali dell'uomo.Ma ancor più per lo stile lucido ed il ritmo incalzante delle parole che sembrano seguirlo attraverso le ere . Un viaggio che è una fuga . Fuga precipitosa dal presente simboleggiato dall'incessante perforare di un martello pneumatico che da giorni imperversa sotto la sua abitazione :"Mi sentii frantumare i timpani ,l'interno della gola e poi nei visceri e per tutto il sangue:i colpi mi pressarono sopra , sotto , di fianco e ancora mi pestarono al centro.... .... Il rumore udirono la carne , le cellule .Allora io fuggi :io chi ?ero qualcosa di diverso dalle mie cellule ?e dove fuggivo ? come se ci fossi prima della mia vita ." Con queste domande che da sempre lacerano la mente umana ,ha inizio la fuga dell'io narrante .Un viaggio doloroso di ricerca , di scoperta della identità originaria in cui l'autore ripercorre le tappe della vicenda umana e ne evidenzia i temi fondamentali :le lotte , le ribellioni del figlio contro il padre ,dell' individuo contro il capo del branco ,contro il potere e l'oppressione del conformismo , la spinta dell'io,del sesso , la violenza , la solitudine e il sentimento comunitario, il pensiero della morte e il bisogno del sacro .
Il protagonista ci racconta il passato dall'istante in cui il "pitecantropo" si alza a camminare dritto e via via attraverso migliaia di secoli e di morti ci riporta all'homo sapiens e al presente .Sconvolgente la scoperta che i passaggi da un'epoca all'altra attraverso i millenni non hanno mutato affatto la struttura originaria dell'io primordiale .Violenza , sangue , potere , sopraffazione , sesso , tabù religiosi e sessuali ,oggi sono presenti come e più di allora .Un'amara scoperta ! Ma il racconto non lascia il lettore nel buio più assoluto .Uno spiraglio si apre alla speranza . Mentre i primi due capitoli offrono una impressionistica descrizione del mondo primitivo ricca di scene grandiose e sconvolgenti ,gli ultimi due c'introducono ad una nuova visione dell'esistenza umana .La consapevolezza che nonostante tutto l'uomo non è solo su questo mondo .L'io non esiste senza il tu , senza l'altro , senza gli altri .Il romanzo termina con il ritorno nel presente del protagonista ,che ora ha un nome . E' sconfitto , deluso, ma ritrova accanto a sè la sua donna :"La guardò esterefatto. Poi l'abbracciò convulsamente .La stringeva cosi forte che Anna ne aveva dolore ,ma il braccio incastrato sotto il peso di lui l'avvertiva della sua partecipazione . Non si sarebbe mossa per nulla al mondo , quel dolore testimoniava quanto fosse bello dare aiuto per il solo fatto di esistere.Si senti femmina realizzata completamente da quel lacerare del braccio sotto le costole di lui ."
Marco le racconta il " suo sogno sconvolgente" che ancora sanguina di morte: "Dissi parole,parole . Ma il dolore rimaneva dentro . Scavavo a cercarne la radice . Che non c'è."
Queste le parole che chiudono il libro . Ma egli non è solo.La moglie Anna è con lui .Il" piccolo fulcro dell'amore che a tratti si oppone all'enorme nero ..." li guiderà lungo il doloroso cammino della vita che percorreranno mano nella mano.



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- 20/04/2006 di : Scrivi un commento su questo testo:Il mare verticale di Saviane,è un libro che si consiglia di leggere..Prende,affascina..Interessante.Grazie Ines..per averlo riproposto. Dory


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Passeggiando con Jackie (da" fogli sparsi ")
di ines
Categoria: narrativa - altro(sezione Mantova)
Pubblicata il 30/04/2006, redatta il , ultima modifica 30/04/2006
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Passeggiando con Jackie (da" fogli sparsi ")

Scodinzolando felice, Jackie si avvia per lo stretto viottolo, quasi invisibile tra i folti cespugli .

Ad un tratto si ferma, fruga con attenzione , annaspa fra le erbe , annusa, trova l’odore estraneo , lascia il suo segno ; poi continua tranquillo la ricerca in altro luogo , per altro odore, addentrandosi tra gli arbusti fino a scomparire alla vista.

Sorrido alla semplicità e alla naturalezza del mio cane !
Gli basta cosi poco per essere felice !

Noi umani , invece , sempre insoddisfatti , sempre alla ricerca di un sogno irraggiungibile , affannati, corriamo senza sosta , al lavoro a casa alla palestra lo shopping gli amici .

La sera ci accoglie stanchi e stressati, una cena fredda in silenzio ,la tv, lo sguardo assente. La stanchezza che mortifica i sentimenti .
Non c’è tempo per il calore umano , il dialogo affettuoso , una tenera carezza .

Il tempo ci sfugge ,il presente ci passa davanti inosservato .

Il passato è presente, nei rimpianti , nella nostalgia; il futuro lontano, sempre più lontano, logora il nostro essere , fino all’esasperazione,all’alienazione .

Costringo la mente a tornare indietro .Il presente , qui ed ora .
Mi guardo intorno.

Jackie è riemerso dopo un’ennesima esplorazione terminata con il consueto segnale odorifero .
E’ soddisfatto, mi guarda e scodinzola per ringraziarmi e condividere la sua gioia di vivere.
Ora è pronto a tornare .

Davanti a me si elevano , tra i sempreverdi alberi del bosco ,alti e imponenti palazzi addormentati .
Sotto il cielo grigio di pioggia, solo l’umano tace ; la natura invece, è viva e palpita.In punta di piedi .

Quali vibrazioni dal bisbigliar sommesso delle foglie al tocco del timido venticello settembrino !

Quale armonia nel trepido cinguettio degli storni che,incuranti del grigio , resi audaci dal silenzio solitario dell'ora mattutina, svolazzano felici esibendosi in ampie volute coreografiche!

La loro gioia m'investe ,mi contamina. Sono felici di esistere ,sanno che sotto la coltre grigia, il sole, non tarderà a scaldarli.

La loro saggezza innata mi fa sentire piccola , piccola .
Un granello di sabbia nell'immensità dell'universo.

Questa folle umanità che si perde nei meandri del passato , che salta il ponte del presente per tuffarsi nello stagno oscuro e imponderabile del futuro !

Oh poter essere come gli storni!
Volare libera sotto quel cielo grigio dove ... Si , ora riesco a sentire anch’io il calore del sole !

Ecco ,lentamente i palazzi sollevano le palpebre insonnolite .
Le prime luci si accendono : miriadi di punti luminosi nell’albeggiare del mattino .

Un nuovo giorno è iniziato .



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- 28/05/2006 di : Ecco ,lentamente i palazzi sollevano le palpebre insonnolite . Le prime luci si accendono : miriadi di punti luminosi nell’albeggiare del mattino . Bel racconto.Un bacio Dory

uffah, mai che fossi libera di oziare !

Dopo una notte trascorsa a rivoltarmi nervosamente nel letto , a scoprirmi per il caldo ,ricoprirmi per il freddo, a contare ogni pecorella di ogni pastore incontrato nell'arco della mia vita , ad ingurgitare disgustose tisane d’erbe , che non facevano che stimolare frequenti visite alla toilette , finalmente alle 7 del mattino le accoglienti braccia di Morfeo impietosite mi cullano nell’oblio di un sonno faticosamente meritato .Alla fine il corpo esausto giace sprofondato tra le soffici coltri e assapora il benessere dell’agognato riposo.Breve illusione !!!Improvviso quanto sgradito alle 9 del mattino , il suono prolungato e stridulo del campanello di casa mi sveglia bruscamente . Porgo l’orecchio ad una eventuale voce nota . Nulla . Lo lascio suonare . Sono stanca , nervosa , non me la sento di alzarmi . Spero di riaddormentarmi . Mi volto e rivolto lungamente nel letto. Inutile . Il sonno non intende venirmi incontro con una seconda opportunità.Prendo il libro sul tavolino alla mia sinistra e mi accingo a leggere. La mente però non ha alcuna intenzione di collaborare , si rifiuta di concentrarsi , le parole danzano dissonanti e oscure sulla pagina , le palpebre stanche si chiudono alla luce . Come una bimba che si rifiuta di ubbidire alla madre per non interrompere i giochi preferiti ,la mente testarda e capricciosa continua a vagare nei futili anfratti del pensare. Un torrente in piena spinge le sue acque tumultuose verso un mare affollato di pensieri, che disordinati invadono lo spazio vuoto . Si fermano un attimo ,per poi scomparire nel nulla , ma subito tornano altri , diversi , invadono e vanno ." Dovrei alzarmi , ho un appuntamento . Non posso, sono stanca, ho bisogno di dormire. Mente zittisci!!!".Fuori la pioggia si esibisce in una danza sfrenata di gocce che ritmano saltellanti sul pavimento della terrazza . Mi giro sul fianco destro , mi rannicchio :" Devo ricordarmi di ordinare 2 bouquets per Milly, con rose bianche .. Uhmm il tempo non migliorerà... Che idea sposarsi con questo freddo!!! Chi avrà suonato ? Uffah .... non si può dormire in pace ...Ho deciso. Rinvio l’appuntamento a domani ".Mi volto ancora, mi copro :" Si sta bene al calduccio, questo tepore mi manda in solluchero ".Stringo forte il guanciale. Ascolto il silenzio della mente:" Finalmente sei stanca ,dormiamo !!!"Accarezzo il cuscino, vi poso il volto , le labbra. " Che morbidone sei!!!Mi piace stringerti mhmhmhm .Ma...... Ehi mente non ricominciare!!! Ma che vai a pensare!!!" .Ormai è tardi .Un’ondata di desiderio invade ogni cellula del mio corpo ." No basta , stop" . Lui è lontano.Do una ’occhiata alla sveglia e di scatto mi alzo. " E’ tardi , il dovere mi chiama". Sono nervosa , seccata , furibonda." Uffah , mai... che fossi libera di oziare !!!"

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- 04/06/2005 di : Scrivi un commento su questo testo Bella, concisa e coinvolgente descizione di alcune emozioni a ruta libera. Narrata bene e con un ritmo giusto Complimenti.- 04/06/2005 di : Scrivi un commento su questo testo Bella, concisa e coinvolgente descizione di alcune emozioni a ruta libera. Narrata bene e con un ritmo giusto Complimenti.- 16/02/2008 23.33.46 di : ...libera di oziare!!! non basterebbe un libro per approfondire questo argomento tanto desiderato...scrittura deliziosa..abb